2017 – La vicenda Vele: confronti pubblici di critica a modelli insediativi aberranti
12.1
L’attenzione nazionale: Montecitorio – Incontro nazionale sulla Rigenerazione delle Periferie
Le contrapposizioni alle demolizioni
Il 23 novembre 2017 si tiene nella Sala Aldo Moro a Montecitorio un convegno dal titolo “La realtà si vede meglio dalla periferia”, organizzato del Comitato del Quartiere Corviale Roma rappresentato da Pino Galeota. Il convegno consente di mettere a confronto esperienze su percorsi di “rigenerazione urbana” operanti su tutto il territorio nazionale a partire dalla vicenda delle Vele di Scampia.Nel contempo a Napoli, in contemporanea con le decisioni e i finanziamenti che ormai programmano per le Vele demolizioni, riqualificazioni e reimpianto, si ripresentano contrapposizioni che ostinatamente antepongono la salvaguardia del modello formale delle Vele trascurando il disastroso contesto abitativo e sociale che vi si è prodotto (Opinioni del Prof. Pasquale Belfiore, Ordinario di progettazione architettonica, al Convegno “Sabato delle idee” Istituto Tecnico Scampia 02/12/2017 e dell’Arch. Gaetano Troncone al Convegno “Recuperiamo le Vele di Scampia” presso la Sala Via Verdi Comune di Napoli 19/12/2017)
(…) nel progetto delle Vele possiamo trovare presenza non solo degli errori attinenti alle modalità di “pianificazione sociale” del modernismo, ma anche tracce, seppur più fioche, dei ‘difetti’ di un certo postmodernismo architettonico.
Così, seppur la concretezza, l’attenzione all’uomo e alla sua storia, era all’origine della concezione delle Vele, questa si è visibilmente risolta in un discostamento dalla reale ‘materialità’ delle esigenze umane, anche a causa della sua voglia di ‘sorprendente innovazione’, di essere in ogni caso “eccezionalità”. Cosa che, per quanto encomiabile nel suo distaccarsi da quel modello costruttivo monotono e omogenizzante che finirà col portare alla normalità della “città generica”, non solo non ha negato nel suo insieme la rigidità del mass housing, ma, in fondo, ha reso pure quest’esperienza architettonica (pur se non volutamente) effimera, proprio in quanto irrimediabilmente astratta (e indi fallimentare), Tale affermazione va pertanto inserita nel solco della critica a un’“artisticità” degli architetti che può talvolta realizzarsi come autoreferenzialità irresponsabile svincolata da ogni verifica, su una linea di pensiero che intende «determinare una società dagli ‘edifici e non gli edifici dalla società…
Si ricordi che il regista Salvatore Piscicelli già nel 1981 ambientava il suo “Le occasioni di Rosa”, avente a oggetto la vicenda di una sbandata ragazza di periferia, tra le Vele di quella che allora era definita laconicamente la “167 {così come molti agglomerati urbani costruiti in base al provvedimento legislativo n.167 del 18 aprile 1962, in tema di «edilizia economica e popolare»). L’effetto visivo era già quello di una desolata estraneità del luogo alla normalità del vivere e del muoversi.
(In libro “Progetto Scampia – Sulla questione della periferia nord di Napoli” di Michelangelo Pascali – Giappichelli Editore Torino – p. 55)